Comitato provinciale di Trento

La storia del Centro Italiano Femminile e del C.I.F. Comitato provinciale di Trento

Il Centro Italiano Femminile nacque nell’ottobre del 1944 come rete di donne ed associazioni di ispirazione cristiana, per contribuire alla ricostruzione del Paese e del tessuto sociale dopo i conflitti mondiali attraverso la partecipazione democratica, l’impegno nella promozione dei diritti umani e della solidarietà.

Foto storica del Centro Italiano Femminile

Il Cif si è gradualmente diffuso in maniera capillare in tutte le Regioni d’Italia, costituendosi in comitati comunali, provinciali, regionali oltre che nazionale, ognuno con relazioni e progetti diversi sul territorio. Il Cif ha contribuito nel tempo promuovendo l’emancipazione femminile e la democrazia, organizzando convegni ed occasioni di incontro sul territorio facendo attività di promozione e di formazione.La mission è quella comune di impegno culturale, politico e civile orientato alla costruzione di rapporti di promozione umana, di giustizia e di pace.

Il Centro Italiano Femminile – Comitato Provinciale di Trento

Il Centro provinciale di Trento venne ufficialmente fondato in forma di federazione di associazioni nel 1955, ma ebbe origine nel giugno del 1945 come movimento locale del CIF nazionale. Il Comitato Provinciale nacque da forze femminili cattoliche per la costituzione di una rete di coordinamento sul territorio provinciale composta da decanati, comuni e parrocchie. Si trattava di uno dei primi esempi di messa in rete di sinergie per sostenere donne economicamente e socialmente svantaggiate attraverso formazione ed assistenza sociale. Il Cif riuscì ad attivare varie attività assistenziali: aiuto alle madri povere, creazione delle scuole materne, dei doposcuola, dei corsi di cucito e di economia domestica, colonie marine e montane per bambini con l’acquisto di alcune strutture.

Foto storica del Centro Italiano Femminile

Negli anni ’70 il Centro di Trento si costituì in associazione, continuando l’opera di promozione e di tutela sociale e culturale delle donne attraverso l’istituzione di corsi, collaborazioni con associazioni simili ampliando la rete e costituendosi presenza attiva presso le istituzioni. Il Centro è particolarmente attivo nella promozione di progetti contro la violenza sulle donne e lo sfruttamento della prostituzione.

Nel 1995 e 2005 il Cif si è fatto promotore di incontri culturali relativi ai seguenti temi: responsabilità sociale, economia partecipativa, politica al femminile, approfondimento della figura di Alcide Degasperi (a cui alcune socie storiche sono state legate personalmente). Ha inoltre Organizzazione di corsi formativi sui temi del contrasto della violenza di genere.

Nel 2003 il CIF è entrato a  fare parte della rete nazionale anti tratta, gestendo inizialmente la parte di emersione e l’unità di strada insieme alla Cooperativa Sociale Punto d’Approdo, per poi entrare nel contesto del progetto Alba a livello Regionale. Dal 2009 infatti il progetto ha assunto un respiro regionale, collaborando con la provincia di Bolzano, grazie al finanziamento Ministeriale. Nel contesto del progetto Alba, in collaborazione con il Punto d’Approdo, sono state svolte le seguenti azioni:

  • Attività di formazione e sensibilizzazione alla cittadinanza e nelle scuole sui temi della tratta a livello soprattutto sessuale e lavorativo;
  • Collaborazione con la rete nazionale antitratta attraverso il Numero Verde
  • Gestione di prese in carico e di progetti di assistenza di prossimità per vittime di tratta e/o grave sfruttamento.
  • Stretta collaborazione con l’area dell’Accoglienza Straordinaria e con la Commissione Territoriale di Verona, per la valutazione di potenziali vittime e la stesura di specifici referral sui casi.
  • Gestione dal 2016 al 2019, in collaborazione con l’Associazione Trentina Insieme Verso Nuovi Orizzonti ODV, di casa Ruha a Levico, per l’accoglienza di donne, anche con figli minori, potenziali vittime di tratta richiedenti protezione internazionale.

Dal 2020 il CIF è stato coinvolto, in quanto ente anti tratta, nel progetto FArM – filiera dell’agricoltura responsabile, finanziato FAMI, realizzato in Veneto, Trentino Alto Adige e Lombardia con l’università di Verona come capofila, sempre in collaborazione con il Punto d’Approdo. Il progetto ha l’obiettivo generale di prevenire il fenomeno del caporalato e del grave sfruttamento lavorativo, in particolare tra i lavoratori stranieri facendo emergere diverse situazioni di vulnerabilità. A questo scopo ha sviluppato una forte collaborazione con tutta l’area dell’Accoglienza straordinaria a livello provinciale in particolare occupandosi della valutazione, del sostegno e, dove necessario, della progettazione di interventi specifici per persone fragili a rischio di sfruttamento sessuale e/o lavorativo.

Nel 2021 il CIF ha presentato il progetto “Intrecci di donne”, finanziato dalla Provincia Autonoma di Trento con l’obiettivo di realizzare attività di interesse generale, in particolare rispetto ai temi dell’uguaglianza di genere e fornendo strumenti per l’inclusione sociale e lavorativa.